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Scrivere e disegnare con il fuoco. novembre 18, 2006

Posted by nuovatvp in People.
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Intervista a Giovanni  Pintus

 

È chino sul suo tavolo da lavoro, Giovanni Pintus, quando lo avvicino per l’intervista. Da una parte i suoi lavori in via di completamento, sotto di lui una riproduzione della “Samaritana” di Munch incisa sul legno con il pirografo che sta in mezzo ai colori a pastello. “L’immagine l’ho scaricata da internet e l’ho ingrandita nel laboratorio. Con la  carta copiativa l’ho riportata su questo pannello quindi ho iniziato a inciderla”. Mentre parla tenendo in mano un pastello celeste, continua a lavorare. Ogni tanto lo posa per accompagnare le sue parole con un gesticolare sereno, razionale. La sua è la voce ferma e mai monocorde di chi ama e possiede ciò che fa. Di chi, vedendone i limiti, riesce a  intuirne le tante potenzialità ancora inespresse. Per chi come me è completamente digiuno la prima domanda è d’obbligo:

 

Cos’è la pirografia?

È l’arte di scrivere e disegnare con il fuoco. Uso un saldatore, il pirografo,  per creare le mie rappresentazioni sul legno. La passione è nata con i corsi che si tengono qui al Santo Stefano come quelli di pittura, cucito, ceramica e terracotta. Io mi sono specializzato nella pirografia. Più di tre ore consecutive però non posso lavorare. Il contatto del pirografo con il legno forma dei gas le cui esalazioni a lungo andare possono diventare nocive. In sé la tecnica è semplice, così come lo sono i materiali che vengono utilizzati. In qualche modo anche questa può essere considerata arte povera, vedi anche per colorare uso dei semplici colori a pastello. Ho iniziato da poco ad usarli: più che creare mi interessa dare un’anima a un disegno. Gli do corposità con il bassorilievo e vita con i colori. La mia è l’arte di giocare con il chiaroscuro ed è anche questo il senso della pirografia. Quando si usa il colore si parla invece di “pirocolor”.

 

Attualmente in cosa sei impegnato?

Sto lavorando su alcune riproduzioni dei meridiani umani cioè le mappe dei nostri centri nervosi. Me le ha commissionate un mio amico esperto di medicina orientale, le appenderà nel suo studio. La medicina cinese è molto attenta a questi aspetti: tu pensa che se hai l’emicrania massaggiando i piedi se ne va. Vale anche per i muscoli e in genere per infiammazioni e strappi, ma anche organi come il fegato possono trarne giovamento.

 

Quando hai terminato un lavoro come ti senti?

Sbotto dicendo: “Meno male, ho finito!”. Ridiamo tutti e due.

 

Un consiglio per un giovane che vuole cominciare?

Prima di tutto deve sentirlo dentro. La scuola e la tecnica, così come l’esercizio costante non bastano pur essendo importantissimi. Ma alla radice ci sono moti intimi che non possono essere “appresi”. Niente dall’esterno può infonderteli. Alcuni sono baciati altri no, anche se spesso quelli che vengono baciati dicono “era meglio di no”. L’importante è che queste sensazioni vengano cercate e stimolate e mai soffocate. Bastano questi ingredienti, senza l’ossessione della fama. Il pittore diventa famoso spesso post-mortem. Qualcuno potrebbe dire al pittore: “ma a che ti serve allora?” Si tratta di una esigenza interna, è uno sfogo e lui lo dice con la pittura. L’artista non ha e non vuole regole. Gli artisti non fanno la fila e spesso vivono ai margini, sono  persone libere che si esprimono tramite il cervello ed il cuore. In definitiva l’arte è un meraviglioso gioco di pensieri ed emozioni tra sé e l’esterno.

 

L’esterno?

La natura è la più grande ispiratrice. È un immenso organismo vivente dove spesso l’uomo fa la parte del virus.

E l’arte ce la può dare una mano a salvarci?

Può dare una mano a farci sentire meno dolore nel trapasso della vita. Ma questo più che il potere dell’arte è il potere della bellezza. Essa va ricercata continuamente in ogni luogo ed esperienza. E in questo non bisogna essere artisti ma semplicemente uomini. La bellezza sta nelle piccole cose anche quelle comunemente ed ordinariamente considerate stupide. Se riesci ad accorgerti della loro importanza ecco che ne scaturisce la bellezza. In quel momento è come se avessi un impero immenso nelle tue mani. È questo che ti fa sentire veramente forte, ricco e, passami il termine, potente.

Ora gli occhi chiari di Giovanni Pintus si sono illuminati di una luce ancora più tersa di quella che tenevano la prima volta che li ho incrociati. La sua voce si è fatta allegra e appassionata dalle sfumature solari, per certe inflessioni sibillina. Un grosso sorriso non smette di rimanergli dipinto sul viso.